
«Circa quindici anni fa mi fu chiesto da un canonico di Cadice, in Spagna, di comporre della musica per Le ultime sette Parole del Nostro Salvatore sulla croce. Nella cattedrale di Cadice era tradizione produrre ogni anno un oratorio per la Quaresima, in cui la musica doveva tener conto delle seguenti circostanze. A mezzogiorno le porte venivano chiuse e aveva inizio la cerimonia. Dopo una breve funzione il vescovo saliva sul pulpito e pronunciava la prima delle sette parole (o frasi) tenendo un discorso su di essa. Dopo di che scendeva dal pulpito e si prosternava davanti all’altare. Questo intervallo di tempo era riempito dalla musica. Allo stesso modo il vescovo pronunciava poi la seconda parola, poi la terza e così via, e la musica seguiva al termine ogni discorso. La musica da me composta dovette adattarsi a queste circostanze e non fu facile scrivere sette Adagi senza annoiare gli ascoltatori…»
In una premessa alla pubblicazione della partitura, con queste parole, Haydn racconta la nascita dell’opera Le ultime sette parole di Cristo in croce che porta come titolo originale Musica instrumentale sopra le 7 ultime parole del nostro Redentore in croce ovvero Sette Sonate con una Introduzione ed alla fine un Terremoto
Le sette ultime parole furono eseguite per la prima volta, il Venerdì Santo del 1786 nella chiesa andalusa di Santa Cueva di Cadice; Haydn elaborò una prima versione per orchestra, poi una per quartetto d’archi, una per pianoforte e infine una per coro, in forma di oratorio. Haydn ha sempre considerato Le sette parole come uno dei suoi lavori migliori, che fu definito come un «equivalente sonoro delle pitture e delle sculture delle chiese rococò dell’Europa cattolica, il cui scopo era quello di indurre in ugual misura al pentimento e alla pace dello spirito».
La versione per organo che ho curato per un Concerto-meditazione (Milano, 24 marzo 2017, Parrocchia Santa Maria di Caravaggio, via Brioschi21), mantiene intatto l’impianto originale dell’opera che è stata commissionata non per essere eseguita in una sala da concerto ma per far parte di un sacro rito liturgico in cui parole e musica, commentano e proclamano la Parola.

L’ascolto di questo concerto-meditazione è un ascolto che evoca e scava nel mistero della croce di Gesù di Nazareth.
Attraverso la musica, sentiremo l’odio, la solitudine, il distacco, la disperazione, il silenzio di Dio, la sofferenza fisica e, alla fine, la morte.
I colpi ricevuti, lo stillare delle lacrime, del sudore e del sangue, il continuo pulsare del dolore vengono rappresentati dalle note ribattute.
Lo stato d’animo di Gesù, del buon ladrone, di Maria e Giovanni, dei crocifissori si trasforma in una melodia nobile e austera, dolorosamente espressiva ed aderente al significato spirituale e teologico del testo.
Nel dolore di Gesù, si raggruma il dolore del mondo, il dolore di ogni uomo.
Per il credente, questo dolore e questa morte non sono l’ultima parola.
Con la sua musica, Haydn ci ripropone tutta la Passione come evento che scarnifica e lascia spogli davanti al dolore. Vi è la forza e la dignità che vengono opposte al dolore. Ma anche la leggerezza, la lievità, nonostante la morte imminente, e il senso di pietà per la sofferenza che domina la scena. Tra le note tenebrose, dense e drammatiche vi sono sprazzi di luce e di speranza. E anche il drammatico Terremoto finale contiene una grande teofania pasquale, un finale che è preludio di quel grande momento in cui la luce si apre davanti alla tenebra, è una tragica conclusione che però induce l’ascoltatore ad intravedere i segni della vittoria sulla morte.
Ciascuno dei sette passi evangelici che contengono le ultime parole pronunciate da Gesù sulla Croce verranno letti e commentati da una breve sonata.
Numerosi spunti per la meditazione che accompagna l’ascolto sono presi da un commento di Madre Anna Maria Canopi, fondatrice e abbadessa del monastero dell’isola di San Giulio, sul lago d’Orta che scrive: «Meditare su queste parole è come immergersi nel grande mistero della redenzione e diventarne una fedele manifestazione in mezzo agli uomini del nostro tempo che tanto facilmente passano distrattamente accanto alla Croce, assorbiti da altre parole che lasciano il vuoto nel cuore».
Una sonata di Introduzione, dolente e maestosa, avvia insieme a tutta la folla del tempo, nel cammino verso la cima del Calvario dove già sono piantate tre croci.
A questo link è possibile ascoltare Haydn, Le ultime 7 parole di Cristo in Croce nella versione per orchestra con Le Concert des Nations diretta da Jordi Savall e registrata nella chiesa di Santa Cueva de Cádiz (España), la stessa dove furono eseguite per la prima volta.
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